Mitologia Primitiva by Joseph Campbell

Mitologia Primitiva by Joseph Campbell

autore:Joseph Campbell
La lingua: it
Format: mobi, epub
pubblicato: 2016-05-09T08:34:09+00:00


d’Audoubert, esiste una camera in cui sono rappresentati due bisonti su un rialzo, attorno al quale sono state trovate impronte di danzatori. Si tratta di una femmina che viene montata da un toro; e la danza veniva eseguita non solo appoggiando tutto il piede, ma anche premendo i calcagni, ad imitazione degli zoccoli degli animali. Abbiamo già detto che Persefone e Demetra venivano rappresentate sotto forma di maiali e che Persefone, in quanto moglie di un serpente, era raffigurata a sua volta come un serpente.

Qui, per analogia, la femmina del bufalo può rappresentare la divina fanciulla, cosicché l’intera scena può essere una raffigurazione primitiva di quello stesso divino connubio da cui nacque la danza del bufalo.

Figura 6. Figure nella caverna di Trois Frères.

Si può anche ricordare la famosa figura paleolitica di una donna nuda, nota come Venere di Laussel (v. p. 331) che fu incisa in bassorilievo sulla parete di una caverna nella Francia meridionale; essa stava al centro di ciò che era presumibilmente un tempio di cacciatori. La donna ha i grandi fianchi e i grandi seni tipici delle figure femminili dell’arte della prima Età della pietra, e tiene nella mano destra un corno di bisonte, sollevato all’altezza della spalla. La sinistra giace sul ventre sporgente.

Tracce di colore ci rivelano che era

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stata dipinta con ocra rossa. Altre figure si trovano tutt’attorno, su pezzi di roccia: due donne che tengono nella mano destra oggetti non identificati; una quarta donna in un curioso atteggiamento, con la testa e le spalle di un’altra persona che sta capovolta sotto di lei, in una posizione che ha ricordato a G. Lalanne, il suo scopritore, una scena di parto;[3] una snella figura maschile, senza testa e braccia, ma che sembra lanciare un giavellotto; e, infine, frammenti di una iena e di un cavallo, oltre a lastre e a blocchi di pietra incisi con i simboli dei genitali femminili. L’abate Breuil, che è la principale autorità mondiale nel campo dell’arte delle caverne francesi, fa risalire queste espressioni della mitologia della caccia ad un antico periodo, Aurignaciano e Perigordiano, che, in base ad una datazione oggi generalmente accettata, si aggira attorno al 30.000 a. C. Noi non conosciamo il significato del corno in mano alla donna; ma si tratta sicuramente di un corno di bisonte, e il santuario, altrettanto sicuramente, serviva a stabilire un patto tra uomini e animali per il rituale della caccia, proprio come indica la nostra storia. Così, anche se non sto dicendo che questi reperti nella Francia meridionale del 30.000 a.C. siano illustrazioni di una leggenda raccolta nel 1970 d.C. nelle pianure del selvaggio West, è evidente che questi motivi mitologici sono analoghi.

Sulle pareti di molte caverne paleolitiche, inoltre, si sono scoperte impronte di mani di partecipanti ai riti, molte delle quali mostrano l’assenza di falangi, come tra gli Indiani delle praterie.

«O nipote della dea», dicono le parole di una preghiera degli Indiani Crow alla Stella del mattino «io ti offro questa falange e tu dammi qualcosa in cambio... Poiché sono

[3] Dr. G. Lalanne, Bas-reliefs à représentations humaines, L’Anthropologie, 1911, pp.



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